Legione Straniera, qui finisce l'avventura

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view post Posted on 30/5/2008, 13:05     +1   -1
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L'articolo che ho postato sotto, tratto da www.lastampa.it prende spunto da un'autobiografia appena uscita in Italia, di Tony Sloane.

Ho ordinato il libro ma non l'ho ancora letto, quindi non posso esprimere giudizi, ma da quanto dice Bruno Ventavoli (autore dell'articolo) vengono messi in luce aspetti decisamente negativi della Legione Straniera.

L'argomento mi sembra interessante e molto di attualità... ditemi che ne pensate!


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Guncknow
view post Posted on 4/6/2008, 11:43     +1   -1




è ovvio che non è più la legione di un tempo, ma penso che questi siano i lati negativi che ci sono in tutte le cose è da ingenui credere che non ce ne siano e che la legione sia perfetta.
per quanto riguarda i drogati, i puttanieri e gli ubriachi penso siano quelli che hanno fatto la scelta sbagliata, chi crede in qualcosa non si dispiace di farla.
La legione straniera resta la vielle legion nel mio cuore, tra tutti i corpi è l'unica con una così forte tradizione.
Sullo sgozzare le pecore ci vedo una macabra logica, è difficile parlarne, ma i soldati a volte uccidono, è il loro mestiere, ma loro uccidono per la patria e per i valori, non per divertimento.
 
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view post Posted on 4/6/2008, 13:22     +1   -1
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Parli spesso di scelta giusta o scelta sbagliata... secondo me non è così facile stabilire se una scelta sia giusta o meno, anzi forse è impossibile, perché in genere quando si fa una scelta non si sa come sarebbe stata l'altra... si può immaginare, ma non lo si può sapere con certezza.

Per quanto riguarda poi puttane e ubriachi, che sono presenti nell'odierna Legione, sicuramente facevano parte anche della vieiile legion... una volta c'erano i bordelli di campo, oggi non più, ma sinceramente non ci vedo niente di male, meglio così che avere legami, in certi casi e in certe professioni... per il discorso alcool, i racconti degli ancien la dicono lunga, una volta la paga veniva bevuta in uno o al massimo due giorni e per questo non veniva data una volta al mese ma più frequentemente...

Discorso a parte per la droga, che la vedo più come una piaga che sta prendendo piede nel mondo in generale piuttosto che nella sola Legione...

In sostanza io credo che la Legione non sia poi cambiata così tanto... di aspetti negativi ne ha parecchi, ma in certi casi, e in certi individui è anche questo che affascina... tutti sanno che stanno andando incontro ad una scelta difficile, assurda, ma in fondo tutto fa parte della mistica legionaria... è un po' come voler pagare le proprie colpe o i propri sbagli, una sorta di penitenza che alla fine ti fa guadagnare una nuova vita, una seconda chance!
 
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view post Posted on 5/6/2008, 15:05     +1   -1
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Il libro è uscito da poco ma sta già facendo parlare di se... ha dato lo spunto anche per un servizio a Tg2 Costume e Società, se volete potete guardare il video qua.
 
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Guncknow
view post Posted on 5/6/2008, 15:34     +1   -1




bah.
i tg italiani non mi sono mai piaciuti, sempre a cercare il pelo nell'uovo e le cose negative, visto che sono quelle che fanno notizia e audience.
Molte volte sono poco e male informati sugli argomenti che trattano. Poi la storia che quelli dell'est ci vanno per farsi pagare di più è campata abbastanza in aria, in un video della legione straniera si dice appunto che chi viene per il salario e basta di solito non supera le selezioni.
Per il resto mi aspettavo di peggio, è povero come servizio, dice meno dell'essenziale, ma almeno le calunnie sono limitate.
 
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view post Posted on 5/6/2008, 15:46     +1   -1
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L'affermazione che quelli dell'est vanno per farsi pagare di più non ha convinto molto nemmeno me, però è fatta dal veneziano arruolato, non dal giornalista... io credo che dai paesi dell'est si arruolano in Legione principalmente per ottenere la cittadinanza francese.

A dir la verità a me non è sembrato corretto l'importo che ha dichiarato che prende un paracadutista: 1800 euro. Secondo me non arriva a 1500... però giustamente uno non deve fare una scelta del genere per soldi, altrimenti ha sbagliato tutto...
 
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ERBURO
view post Posted on 12/6/2008, 15:33     +1   -1




quelli dell'est si arruolano ancora per soldi, dipende anche da dove nell'est. Oggi uno che viene dalla rep. Ceca si trova in una situazione diversa da uno che viene dalla Bielorussia o Ucraina, per esempio. Una cosa e' certa che quelli dell'est, almeno la maggioranza di loro, hanno piu' interessi materiali (soldi, cittadinanza, problemi legali etc.) verso la legione, che i candidati provenienti dall'Europa ovest, America Nord, Australia etc. Stessa differenza sarebbe con i cinesi, Coreani e i Giapponesi. I Giapponesi entrano quasi sempre per il prestigio della Legione, mentre i Cinesi, ad esempio, di solito hanno altri interessi. Comunque queste sono generalizzazioni, ed e' ovvio che sul campo individuale di combinazioni ce ne sono all'infinito.
Per quanto rigurda il libro, e' storia vecchia...nel senso che ce ne sono in commercio gia' abbastanza anche datati anni '80 che non romanticizzavano molto la Legione.
"Mouthful of Rocks" di Jennings, "Legion of the Lost"Salazar etc..
Ho personalmente conosciuto anche uno di questi scrittori, che ha disertato e poi s'e' messo a scrivere...
Sono acconti schietti, non intesi ad impressionare, piu' che altro descrizioni per la maggior parte realistiche della loro esperienza.
Diciamo che la misticita' e l'avventura va man mano spegnendosi il piu' vieni integrato. Appena arrivi al Reggimento la normale monotonia (che accompagna tutte le forze militari al mondo) inizia a far parte del quotidiano.
Guncknow, non per affondare l'idea che ti sei formato della Legione, ma le sbornie fatte in libera uscita e non, sono parte integrale del Legionario. Anche le puttane (dipende anche da dove sei di stazione). E la droga be' quella e' un problema un po' ovunque.

 
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_Gianluca_
view post Posted on 28/7/2008, 21:14     +1   -1




Scusate se rispondo solo ora, ma mi sono appena iscritto :P

In linea di massima non credo che la situazione descritta sia poi così legata alla Legione in se.
Personalmente di ciucche ne ho tirate su più di una con i miei commilitoni; a puttane ci vanno i legionari, ci vanno i militari americani e ci vanno quelli italiani. Per farvi un esempio estremo, nel 2001 (ero nell' EI) nei Balcani abbiamo dato il cambio a un altro reggimento. La prima notte ad un check-point (eravamo lì da 3 gg) se ne è infilata una in un nostro mezzo. Quando un nostro tenente le ha detto di levarsi dalle balle, la risposta è stata "Beh, ma con quelli di prima funzionava così".

Per quanto riguarda la droga, di morti per overdose non nè ho mai sentito parlare, ma di fattoni ne ho conosciuti più di uno; compresi quelli si facevano nei bagni in caserma.....


Ciao
Gianluca
 
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view post Posted on 29/7/2008, 07:44     +1   -1
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Tratto da il Giornale.it

Legionari, come ti trasformi in un gelido killer
di Marcello Foa


CITAZIONE
Intervista con l’inglese Tony Sloane che ha trascorso cinque anni nel corpo militare più duro e misterioso del mondo. Ora quell’ incredibile esperienza diventa un libro feroce.
Odiare il mondo per imparare ad amare se stessi. Non un mondo qualunque, bensì quello della Legione Straniera. Tony Sloane è uno dei tanti ragazzi che ci hanno provato e ci è riuscito, per cinque lunghissimi, estenuanti, sanguinosi anni. Quando entrò era un diciottenne allo sbando, oggi è un uomo profondamente diverso che vive a contatto con la natura e fa meditazione. Non ha rimorsi, né rimpianti. Non condanna la Legione Straniera, anzi. «Ripenso a quegli anni con riconoscenza, perché mi hanno dato il senso di un’appartenenza che nella vita normale non avrei mai trovato», confida al Giornale. L’appartenenza a un club esclusivo, il corpo militare più duro del mondo, che ancora oggi attrae migliaia di uomini di ogni nazionalità in cerca di riscatto. Ragazzi cresciuti senza famiglia, come lui; disoccupati squattrinati; disperati da ogni angolo d’Europa, ma anche agiati americani e giapponesi, approdati lì apparentemente senza un perché.
Sloane narra la sua avventura nel libro Legionario. La mia vita nella Legione Straniera (Piemme, pagg. 302, euro 16,50, traduzione di Franca Genta Bonelli). Un racconto schietto, senza analisi psicologiche o sociologiche, che ha un solo scopo: trasmettere con la narrazione un’esperienza quasi disumana. «Dopo aver smesso di servire la Francia - afferma - sono entrato nelle forze speciali dell’esercito britannico e ho partecipato ai conflitti nei Balcani, in Irak, in Afghanistan. Ma una guerra vera è meno dura degli addestramenti della Legione Straniera».
Giornate che iniziano alle cinque del mattino e finiscono alle undici di sera per quattro mesi di fila, senza nemmeno 24 ore di riposo. «La libertà di scelta non esisteva: se ci si appoggiava a un muro si riceveva l’ordine di fare un bel po’ di flessioni». Un giorno un ragazzo tentò di disertare, ma lo catturarono. Era bene in carne. Quando Tony lo rivide, dopo qualche settimana, «era magro, addirittura scheletrico. Sembrava un sopravvissuto dei campi di prigionia nazista». In carcere veniva picchiato tutti i giorni e «al momento del pasto, le guardie lo insultavano, gli dicevano che era un gran maiale e buttavano il cibo sul pavimento sozzo della cella».
Violenza. Sempre, solo violenza. Per spronare, per punire, come a un giovane che, esausto, iniziò ad arrancare durante una marcia. «Il caporale gli si avvicinò e lo riempì di pugni in faccia» tra l’indifferenza dei commilitoni. «Nessuna solidarietà, solo disgusto - scrive Sloane -, se non sei in grado di tenere il passo non dovresti arruolarti. Questa è la Legione straniera». Riuscire in un’impresa che la maggior parte degli uomini non saprebbe sopportare; ecco la missione. Ma la consacrazione in un club tanto esclusivo ha un prezzo alto: «Se prima di entrare in me c’era stato qualcosa di buono, ora quel poco era relegato nei meandri più oscuri del cervello e per anni non sarebbe emerso». Tony ripete «che una spugna assorbe l’acqua. Tutti noi siamo il risultato dell’ambiente che ci circonda e il modo in cui siamo stati trattati si rivela in quello con cui trattiamo gli altri. Negli anni successivi dovetti riflettere a lungo prima di rendermene conto e fino ad allora la mia vita fu pura aggressività. Ero uno strumento, un killer, una macchina da morte che non pensava».
Con il passare dei mesi le prove diventavano sempre più dure. Marce di tre giorni e tre notti, con al massimo due ore di sonno. D’inverno in montagna a 15 gradi sotto zero, d’estate in Africa a più 40. «Se ci ripenso oggi, furono queste la esperienze più massacranti, una volta temetti di perdere le gambe per congelamento, un’altra di morire disidratato».
Nulla veniva simulato. Al corso di sopravvivenza una sera il menu prevedeva sardine pescate il giorno prima. Intere, con le budella e tutto il resto. Il tenente decise che le reclute dovevano mangiarle in ginocchio con le mani dietro la schiena. E lui, crudelmente, lì ad imboccarle. La coda, il cuore, lo stomaco: tutto giù. «Il sapore era disgustoso, non avevo mai mangiato una cosa tanto putrida», ricorda Tony.
Dopo un anno e mezzo i primi congedi prolungati, quattro-cinque giorni fuori dalla caserma. Vacanze di squallore. «Iniziai a entrare nel giro dei festini e delle bevute. Il mio consumo di alcol avrebbe scandalizzato quell’ex ubriacone di mio padre», rievoca Sloane. Risse tante, prostitute anche. E guai a innamorarsi delle ragazze perbene che ogni tanto si lasciavano sedurre da quei giovanotti dalle pelle abbronzata e dai muscoli esplosivi. «Eravamo legionari, l’affetto e la moralità erano virtù che non conoscevamo più». Le bottiglia di whisky e la solidarietà dei commilitoni, solo questo contava; anche se poi con quegli stessi compagni ci si picchiava selvaggiamente sotto lo sguardo compiaciuto di un sergente. Faceva parte delle regole.
Il combattimento corpo a corpo, per essere efficace, doveva essere reale. «Imparammo a difenderci da pugni e calci e a contrattaccare, picchiandoci senza ritegno. E con gusto. Talvolta sulla neve ghiacciata, a mani nude. Venti minuti di assalti, a cui reagivamo con pugni al volto, gomitate nella schiena, calci nei testicoli e nello stomaco. Sentire il tuo rivale gemere ti faceva star bene». I capi erano così spregevoli che ogni tanto qualcuno reagiva. Anche Tony un giorno colpì l’odiato Bleu, ma si ritrovò con il naso rotto e sanguinante, costretto a far flessioni, mentre i superiori lo prendevano a ginocchiate e gli pestavano le mani. In qualunque esercito tutto questo sarebbe tortura. Laggiù no. È la norma.
Sloane ha resistito per cinque anni, il tempo necessario per essere considerato un vero legionario. Poi ha scelto di servire l’esercito di Sua Maestà in cui, viste le credenziali, fu accolto subito. Oggi assicura di non aver ucciso nessuno, ma «che ciò è ininfluente; perché mentalmente ero pronto ad ammazzare e lo avrei fatto senza remore». Insiste nel dire di aver capito il senso della vita: non beve più, è pacato, riflessivo, tollerante. Ma nonostante tutto riconoscente nei confronti della Legione, perché «non sempre i legami di sangue creano una famiglia. Quelli di vita contano molto di più». E la sua famiglia era - anzi, è - la Legione Straniera.

 
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_Gianluca_
view post Posted on 1/8/2008, 12:50     +1   -1




Ieri ho comprato e letto il libro.
Mi è piaciuto; ben scritto, scorrevole e onesto (almeno, così sembra) nel descrivere lati positivi e negativi.
Credo di poter affermare, avendo letto il libro, che però i Sigg. Bruno Ventavoli e Marcello Foa hanno cercato (e trovato) un pò quello che faceva comodo alla loro storia.....

Al di là dei ritmi decisamente "letali" dell'addestramento non ci ho visto nulla di così strano, nulla che di fatto non faccia parte di una normale vita da caserma operativa. Certo, in Legione certi aspetti sono decisamente più marcati e duri, ma perchè no? E' la Legione.
Imparare come sopravvivere (la capra la macellavano per mangiare, non per passarsi 5 minuti in allegria...), cose inutili da fare e marcie a vuoto (e cosa c'è di strano? Non è tutto italiano il detto "Finita la logica, comincia la naja"? C'è un perchè se si dice così......), il problema della droga (menzionata addirittura in 1 -UNA- riga alla fine del libro; vi garantisco che in Italia il problema è decisamente maggiore) credo facciano parte (più o meno) della quotidianità di ogni corpo militare operativo.

La Legione non è cosa per tutti, questo è un dato di fatto.
Ma distruggere 170 di storia manipolando a proprio piacimento un libro come quello di Sloane, non è giusto.

Almeno, io la vedo così.

Gianluca
 
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view post Posted on 4/8/2008, 07:33     +1   -1
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Bravo Gianluca. Causa il mio moltissimo tempo libero non ho ancora finito il libro :B): però condivido quanto hai detto tu.

Non ho letto nemmeno io niente di così sconcertante, sicuramente leggendo gli articoli che ho proposto sopra ci si fa un'altra idea di quello che potresti trovare nel racconto di Sloane. Io credo sia tutta pubblicità, e per questo mi può anche stare bene.

Ad essere sincero la traduzione del libro non mi sembra particolarmente curata, ora non ricodo un esempio in particolare, però alcune espressioni riportate sono un po' forzate, diciamo tradotte letteralmente, ma non rendono molto l'idea...

Altra considerazione: l'esperienza raccontata da Sloane non è proprio recentissima (se non sbaglio è stato nella Legione dal 1988 al 1993), però il suo racconto è venuto alla ribalta adesso ed è dipinta come esperienza recente... però si parla di 15 anni fa, e di cose ne sono cambiate tante!
 
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Midhgardhsorm
view post Posted on 21/7/2009, 13:34     +1   -1




Anche io ho letto il libro e devo dire che Sloane e' stato un Legionario che ha servito piu' per obbligo che per scelta e quindi si e' tenuto bene alla larga dagli impegni militari tuffandosi invece nella dissolutezza fuori dalla caserma.
E' solo una voce su migliaia che ancora adesso servono la Legione e, ovviamente, i giornalisti italiani hanno scritto quello che faceva loro comodo scrivere. Avrebbero potuto fare un articolo sullo stesso libro che ammirava la Legione per dare un contegno, un modo di vivere , un atteggiamento mentale per la vita a tanta gente che invece sarebbe finita nelle peggiori gang in giro per il mondo.
 
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ACHILLE*°*
view post Posted on 23/9/2009, 08:45     +1   -1




secondo il mio modesto parere.. chi ha scritto l'articolo della stampa era palesemente appartenente o cmq simpatizzante per una fazione politica e nel suo articolo ha riversato molto del pensiero di quella corrente.. per quanto riguarda sloane ancora nn ho letto il libro, ma ovunque troverete persone contente e non di ciò che hanno fatto per una serie di motivi spesso caratteriali..

oggi come oggi penso che la legione sia un corpo altamente professionale che raccoglie nelle sue fila persone che sanno fare molto bene quello per cui sono addestrate a fare..
 
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monster900
view post Posted on 15/3/2010, 12:14     +1   -1




CITAZIONE (ACHILLE*°* @ 23/9/2009, 08:45)
secondo il mio modesto parere.. chi ha scritto l'articolo della stampa era palesemente appartenente o cmq simpatizzante per una fazione politica e nel suo articolo ha riversato molto del pensiero di quella corrente.. per quanto riguarda sloane ancora nn ho letto il libro, ma ovunque troverete persone contente e non di ciò che hanno fatto per una serie di motivi spesso caratteriali..

oggi come oggi penso che la legione sia un corpo altamente professionale che raccoglie nelle sue fila persone che sanno fare molto bene quello per cui sono addestrate a fare..

quoto in pieno...
 
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tony.ei
view post Posted on 15/3/2010, 22:34     +1   -1




CITAZIONE (_Gianluca_ @ 1/8/2008, 12:50)
Ieri ho comprato e letto il libro.
Mi è piaciuto; ben scritto, scorrevole e onesto (almeno, così sembra) nel descrivere lati positivi e negativi.
Credo di poter affermare, avendo letto il libro, che però i Sigg. Bruno Ventavoli e Marcello Foa hanno cercato (e trovato) un pò quello che faceva comodo alla loro storia.....

La Legione non è cosa per tutti, questo è un dato di fatto.
Ma distruggere 170 di storia manipolando a proprio piacimento un libro come quello di Sloane, non è giusto.


Gianluca

sono pienamente d'accordo !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
 
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23 replies since 30/5/2008, 13:05   8349 views
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